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Le malattie ambientali (ex malattie rare) : l'MCS,la fibromialgia, l'encefalomielite mialgica o sindrome da fatica cronica,l'elettrosensibilità

Le prime segnalazioni della Sensibilità Chimica Multipla (MCS) risalgono al 1952, quando Randolph definì come "malattia ambientale" l'insieme dei disturbi lamentati da un gruppo di pazienti dopo esposizione a varie sostanze chimiche. Da allora iniziò la produzione di altre numerose segnalazioni analoghe: la letteratura presenta più di 1500 lavori e nel corso degli anni sono state elaborate diverse definizioni di tale malattia. Nel 1987 Cullen definì tale patologia come "disordine acquisito caratterizzato da sintomi ricorrenti, a carico di più organi e apparati, che insorgono in risposta ad una esposizione dimostrabile a sostanze chimiche, anche a concentrazioni molto inferiori a quelle che sono in grado di causare disturbi nella popolazione generale". Nel 1996 l'International Programme of Chemical Safety (IPCS) definiva l'MCS come un "disturbo acquisito con molteplici sintomi ricorrenti, associato a diversi fattori ambientali, tollerati dalla maggior parte della popolazione, non spiegabile dalle conoscenze internistiche e psichiatriche attualmente disponibili " .

Nella definizione di Cullen veniva sottolineata l'importanza causale dell'esposizione non solo a sostanze chimiche (come toner, candeggina, prodotti per l’igiene personale, detersivi, deodoranti, prodotti derivati dal petrolio, micropolveri, prodotti chimici, vernici, colle, lucidanti) ma anche a fattori di rischio fisico (ad esempio campi elettromagnetici). I malati sono presenti su tutto il territorio nazionale ma un ruolo importante lo gioca il tipo di lavoro svolto, in quanto uno dei fattori di rischio sarebbe il contatto con agenti che possano innescare il meccanismo di sensibilizzazione e quindi lo scatenarsi della malattia nei soggetti.

Sono malattie ambientali anche la fibromialgia, la sindrome da fatica cronica (CFS) e l’elettrosensibilità , riconosciute come gravi malattie organiche, definite e inserite nel codice di classificazione ICD-10 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tali malattie sarebbero causate dai cambiamenti ambientali e dai mutamenti negli stili di vita delle società sviluppate (12) che hanno inevitabilmente causato conseguenze fisiche su molti individui. In particolare, l’inquinamento atmosferico o di altra natura è causa di sindromi e malattie che potremmo definire "nuove", ma che hanno un impatto sempre maggiore e spesso rintracciabili nell'elenco delle malattie rare.

 

Purtroppo non è ancora radicata la consapevolezza che le malattie ambientali  provocano importanti  ricadute sul piano delle facoltà neurocognitive. Nelle molte relazioni specialistiche che osservo, si parla quasi marginalmente di tale aspetto del danno, con veloci citazioni alla sua presenza, ma senza un approfondimento adeguato che possa quantificare non solo la sua entità, ma anche la sua percentualizzazione in termini utili per un riconoscimento amministrativo e pensionistico.

Le malattie quali l'MCS (la Sensibilità Chimica Multipla), la fibromialgia,l'encefalomielite mialgica e l'elettrosensibilità - solo per citare le principali e più conosciute -, provocano danni alla memoria, alla capacità di concentrazione, alla attenzione, anche limitano quelle che sono le 'capacità esecutive' (pianificare,pensare in astratto, imparare dagli errori, interrompere comportamenti complessi,ecc.), ad un livello di gravità  a seconda dell'entità della malattia. Provocano anche disturbi e disagi sul piano psicologico generale, come conseguenza della sindrome e non come causa: depressione, ansia, difficoltà di adattamento, difficoltà  nelle relazioni interpersonali ed altro, sono il prodotto e non l'origine delle malattie, come ancora una  parte del mondo sanitario considera. Comunque il danno psicologico esiste e va presentato alle Commissioni!

Esaminare e porre in adeguato risalto le mancanze sopra citate, è un compito che esplico a partire dai primi anni del 2000, mediante strumenti diagnostici recenti ed approfonditi,ottenendo riconoscimenti e dunque risultati pratici in ambito risarcitivo  per le persone affette da tali patologie. Guardate nella sezione 'Successi e riconoscimenti' per avere una idea di alcuni tra i risultati conseguiti negli anni.

 

I DANNI NEUROPSICOLOGICI - IL CENTRORARE  

LE MALATTIE AMBIENTALI  NON HANNO UNA ORIGINE PSICHIATRICA

COME SI AVVIA LA RICHIESTA DI VISITA INPS O INAIL

 

MALATTIE AMBIENTALI E ATP-ACCERTAMENTO TECNICO PREVENTIVO

 

Ormai appare sempre più evidente-lo dimostrano i fatti e non le parole-, che la possibilità principe per vedere riconosciuti i danni prodotti dalle malattie ambientali (MCS, Fibromialgia ed Encefalomielite mialgica) - come riconoscimento di invalidità totale e permenente con l’erogazione del relativo assegno da parte dell’INPS -, è costituita dall’ATP, ovvero dall’Accertamento Tecnico Preventivo. E’ una sorta di mini-causa che chiama l’INPS di fronte al Giudice in una CTU (Consulenza Tecnica d’Ufficio), durante la quale vengono esibite le documentazioni e la validità della richiesta da parte del soggetto malato. Come si vede, in quella sede l’INPS è una delle Parti e non la sola depositaria della decisione finale. Anzi, detta decisione è compito esclusivo del Giudice, che ascolta e verifica – tramite il suo CTU (il Consulente da lui nominato), medico-, l’entità e la gravità delle patologie presentate dal richiedente.  Comprendete come la situazione sia la più favorevole possibile per la Persona ammalata. Ormai sono molteplici i casi seguiti anche dal sottoscritto, durante i quali sin dall’inizio i Giudici tengono conto delle imponenti limitazioni alle quali sono sottoposti i sofferenti di malattie ambientali, aldilà dell’inquadramento nosologico esistente o no.

Attraverso quindi un contraddittorio tra le Parti, si ha la possibilità unica di evidenziare i danni posseduti dal soggetto. L’ATP si svolge rapidamente ed entro 6/18 mesi (dipende dalla grandezza della città sede della CTU:più grande è, più cause in Tribunale, maggior tempo di attesa) si ha la risposta. Dunque, come si deve agire praticamente? Osservate attentamente i tempi di azione:

  1. Entro 6 mesi dalla risposta negativa (= non riconoscimento del 100% di invalidità) dell’INPS
  2. Se sono passati più di 6 mesi si chiede una visita di aggravamento
  3. Se il risultato di questa visita è nuovamente negativo (= no invalidità totale), entro 6 mesi dalla comunicazione della risposta può scattare la richiesta di ATP.

 

Va da sé che per intraprendere l’azione bisogna essere passati almeno una volta dalla visita della Commissione INPS: l’ATP è infatti una chiamata in causa dell’ENTE per non aver riconosciuto la gravità della malattia. Ovviamente, devono esserci i requisiti di grave patologia per dare corso alla richiesta, come prevede l’istituto della Legge 104/92.