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Lo stress lavoro correlato e la "causa di lavoro"

 

Lo "stress lavoro correlato" è specificatamente previsto come malattia da considerare possibile sul luogo di lavoro. La Legge 81 del 2008 -con tutte le sue modifiche ed integrazioni applicative-, è chiara sia nella tutela, sia,particolarmente, per quanto concerne la sua prevenzione.

Non ripeterò in questa sede quanto ampiamente dibattuto nel corso degli ultimi 15/20 anni sull'argomento. Inoltre, va da sè che mi riferisco esclusivamente a persone che hanno subìto un reale stato di stress,dal quale è derivato un reale e  severo stato di disagio psicologico: ansia,depressione,difficoltà di relazione,difficoltà familiari, ma anche disturbi della memoria, dell'attenzione e in generale cognitivi (a vari livelli di presenza e di gravità).

Come sempre ammetto, è l'esperienza pratica sul campo che consente il districarsi in una materia che è davvero fonte di facili illusioni e altrettanto facili frustrazioni. All'inizio degli anni 2000 sono stato il segretario della prima Associazione toscana contro il mobbing (adopero adesso e solo adesso questo termine, poichè tale dicitura non è ufficialmente contemplata nella nostra legislazione, anche se spesso viene citata e va sostituita con il termine 'legalmente' corretto di "stress lavoro correlato" e vedremo perchè) e da allora tanta è stata la strada percorsa insieme alle persone, che ho avuto e ho  il piacere e l'onore di tutelare quando si tratta di reclamare il riconoscimento del danno alla propria salute biologico-psichica, minata,appunto, quando si esperisce lo stress lavoro correlato.

                                                    

Attraverso le decine e decine di situazioni seguite in tutta Italia, ho maturato una esperienza di 'trincea', utile per cercare di evitare di commettere errori. Innanzi tutto, ricordo che la dimostrazione dello stress lavoro correlato ricade sulle spalle di chi lo chiede, a differenza delle altre criticità nel luogo di lavoro: se uno si rompe una gamba scivolando dalle scale dell'azienda, è il datore  che deve dimostrare di aver messo tutto in  sicurezza; viceversa, tocca al dipendente l'onere della prova per il danno psicologico correlato a quanto egli sostiene di aver esperito in Ditta. Grazie ad un impegno costante, ho anche appreso sul campo le strategie utili per muoversi all'interno di questo territorio minato, poichè non bisogna mai abbassare la guardia o ritenere i nostri 'avversari' meno capaci: anch'essi fanno il loro lavoro e bisogna sempre pensare che  lo svolgano al meglio!

                                                                                                                  

              

La strategia da tenere prima e durante la controversia lavorativa costituisce il fulcro dell'azione che mira al riconoscimento del danno. Lavorando a stretto contatto con i Legali, mi sono costituito come il loro "braccio armato", con tutto l'armamentario di test a disposizione per permettere l'emersione della sofferenza, con maggiori possibilità di riconoscimento puntuale. Ho imparato anche come 'gestire' il soggetto colpito, proprio grazie alle numerosissime esperienze in sede conflittuale e di fronte al Giudice del Lavoro, mediante il confronto con i CTU da quello nominati (vi ricordo che anche io sono un CTU del Tribunale e conosco le procedure anche dall'interno).

Ma c'è una strategia che risulta essere un'arma di grande valore ed è costituita dall'applicazione delle Linee Guida dell'INAIL alla nostra questione, che discendono direttamente dalla citata Legge 81/08 con tutte le norme d'utilizzo. Azione spesso disattesa perchè sembra sconosciuta ai più, oppure non ben chiara nel suo significato pratico. Eppure vi garantisco che se adeguatamente posta in atto, ci permette di partire un passo avanti ai nostri 'avversari' (che cito sempre tra virgolette perchè non li sento come nemici, ma come Professionisti dall'altra parte e sta a noi cercare di 'batterli'). E' stato somministrato il DVRS? La conoscete la Circolare Ministeriale del 2013 sull'obbligatorietà di tale somministrazione?

 

                                                                                                  

 

 

E ancora: quali certificati  medici sono indispensabili per dimostrare il danno psichico derivato dallo stress lavoro correlato? Si deve chiedere la 'malattia professionale' oppure stare semplicemente 'in malattia'? Cosa comporta di differente per il soggetto? Cosa è meno oneroso per lui dal punto di vista del sacrificio personale? Che tempi ci sono per rientrare nelle richieste? Quali sono i rischi di una azione che non arriva a buon fine?

Chi legge può altrettanto bene formulare ancora altri quesiti ed è compito nostro avere sia il più possibile le risposte, sia aver sviluppato armi e strategie adeguate.

L'esperienza dello stress lavoro correlato è una delle peggiori che possono occorrere, che può addirittura sfociare in un 'disturbo post traumatico da stress'.... ma questa è un'altra questione ancora.

 

 

             "La mia terapia è piuttosto semplice: scodinzolo e ti lecco il viso fino a che non ti senti di nuovo bene con te stesso"